22 aprile 2013
L’Earth day 2013 visto da Ecotopia, le opportunità del ritorno all’agricoltura e dell’ambiente
Motivi per festeggiare questa ennesima Giornata Mondiale della Terra – si celebra il 22 aprile di ogni anno – in verità non ce ne sono molti, come sottolinea Fabio Balocco nel suo articolo “Earth Day: per la Terra non c’è niente da festeggiare” (Il Fatto Quotidiano – 22 aprile 2013)…
Si va dal riscaldamnento globale (che ha fatto registrare temperature sempre più elevate negli ultimi anni e un ritmo costante nello sciglimento dei ghiacci marini dell’Artico) alle emissioni di CO2 (aumentate del 49% rispetto al 1990) al rischio di estinzione di molte specie (elefanti, rinoceronti, tigri, ma anche l’orso bruno per esempio, sono ormai sul punto di scomparire). Continuando, tra il 2000 e il 2010 sono andate persi 5,2 milioni di ettari di foreste, un’area grande quanto il Costa Rica, mentre le zone umide europee (nonostante le leggi poste al loro tutela, quali, per es., la Convenzione di Ramsar), continuano inesorabilmente a ridursi. Così come si sono ridotte a circa 150 le specie di piante su cui si basa la dieta del maggior parte della popolazione mondiale. Tutto questo a fronte di un aumento demografico impressionanete che ha fatto raggiungere quota sette miliardi di esseri umani nel 2011, bisognosi di cibo, di case, materiali, aree dove vivere, etc.
Insomma, motivi per stare allegri non ce ne sono tanti e forse, per risolvere alcuni dei probelmi che affliggono il pianeta, dovremmo fare un po’ come gli ecotopiani, gli immaginari abitanti di Ecotopia, lo stato descritto nell’omonimo romanzo da Ernest Callenbach nel 1975, che ho letto qualche tempo fa dopo averlo trovato su una bancarella, e che dà il nome al mio blog.
Gli stili di vita degli ecotopiani ci vengono descritti da William Weston, il protagonista del romanzo, un giornalista americano che viene accolto come primo visitatore ufficiale del “nuovo” Stato per poter scrivere un articolo per il Times Post, giornale di New York che piano piano mette in dubbio le sue convinzioni.
Ecotopia è una società con poco inquinamento, dove quasi tutto viene riciclato e riutilizzato (con produzione di liquami essiccati e fertilizzanti naturali), la plastica è biodegradabile, l’automobile è praticamente bandita (soppiantata da treni ad alta velocità e mezzi di trasporo elettrici), le fonti energetiche sono rinnovabili e gli stili di vita in tema di consumi così come il rapporto con l’agricoltura, tra i sessi e lo sviluppo industriale sono del tutto nuovi, specie se li si confronta con quelli tradizionali del modello americano reale di quegli anni.
Forse un ritorno alla Madre Terra come quello degli ecotopiani è effettivamente, oggi, una utopia ma molte idee del libro sono ancora attuabili e “moderne”. E per passare “dal grigio dell’oggi al verde del domani”, già ora, si può fare qualche passo e impegnarsi, per esempio, con più forzanegli investimenti nell’ambiente e nell’agricoltura in Italia.
D’altronde, in questo senso, qualcosa si deve fare asssolutamente dato che, secondo i dati diffusi da Coldiretti, il nostro paese ha perso negli ultimi venti anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata per effetto della cementificazione e dell’abbandono che ha tagliato del 15% le campagne colpite da un modello di sviluppo sbagliato che ha costretto a chiudere 1,2 milioni di aziende agricole nello stesso arco di tempo: “Ogni giorno viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) con il risultato che in Italia – sottolinea la Coldiretti – oltre 5 milioni di cittadini si trovano in zone esposte al pericolo di frane e alluvioni che riguardano ben il 9,8 per cento dell’intero territorio nazionale.”
Secondo Sergio Marini, presidente della Coldiretti, bisogna “Fermare la cementificazione e il degrado del territorio, impedire la contaminazione transgenica e l’inquinamento industriale, offrire alimenti sicuri e genuini ma soprattutto affermare e trasmettere alle nuove generazioni un modello di sviluppo diverso e piu’ sostenibile è l’impegno degli agricoltori italiani per la giornata della terra”. Ma di agricoltura sostenibile continueremo a parlare…
per ora, solo un augurio di buon compleanno al nostro Pianeta Terra, col proposito di farle l’anno prossimo un regalo migliore…
Scritto il 24-4-2013 alle ore 12:07
Caro Claudio, sono d’accordo con il tuo articolo. In effetti, non c’è molto da festeggiare perché abbiamo portato davvero all’estremo le condizioni del nostro Pianeta. Ma siamo, forse, ancora in tempo per cambiare rotta. Se molti cittadini e organizzazioni lo hanno capito, ancora sembra che le politiche e le amministrazioni non facciano altrettanto.
Grazie per aver segnalato un libro che non conoscevo. Buon lavoro a Postilla! Sabrina
Scritto il 24-4-2013 alle ore 12:39
Ciao Sabrina, grazie del tuo graditissimo intervento!
Ne approfitto per segnalare il tuo post sull’Earth day 2013, dove descrivi benissimo l’iniziativa e i suoi intenti:
http://curiosadinatura.wordpress.com/2013/04/22/giornata-mondiale-della-terra-2013/
Anche io sono convinto che ci sia ancora tempo per cambiare rotta, per adottare differenti stili di vita a livello dei singoli e per fare scelte importanti a livello “più alto”, da parte degli stati.
Una di queste occasioni ci viene offerta, per esempio, dalla consultazione pubblica lanciata dalla Commissione europea e, parallelamente, dal Ministero dello Svilippo Economico per raccogliere opinioni sul “Libro verde” per il quadro di misure pensate in tema di energia e clima con orizzonte 2013, in continuazione del c.d. pacchetto 20-20-20. Bisogna far sentire la nostra voce per affermare l’importanza della Green Economy e sventare la possibilità di compromessi nelle politiche energetiche (adombrati nello stesso “Libro verde”).
Qui c’è il link al sito istituzionale del MiSE:
http://www.sviluppoeconomico.gov.it/?option=com_content&view=article&idmenu=2267&idarea1=0&idarea2=0&idarea3=0&idarea4=0&andor=AND§ionid=0&cattitle1=Notizie&andorcat=AND&partebassaType=0&idareaCalendario1=0&MvediT=1&showMenu=1&showCat=1&showArchiveNewsBotton=1&directionidUser=0&id=2027432&viewType=0
a presto!
PS: Su “Ecotopia” tornerò prestissimo a parlare, rimani “sintonizzata”!
Scritto il 26-4-2013 alle ore 15:10
Sono d’accordo. Personalmente, ho bandito l’automobile. Per spostarmi nei vari uffici utilizzo i mezzi pubblici. Vi terrò informati sulla tenuta del progetto.
Buon lavoro.
Giuseppe Romeo (Reggio Calabria).
Scritto il 3-6-2013 alle ore 11:38
Sono d’accordo, però resto di sasso quando leggo l’intervento di Sergio Marini, presidente della Coldiretti ! La CEMENTIFICAZIONE non è la CAUSA, ma la CONSEGUENZA della crisi del reddito agricolo !!! Il problema è che dall’agricoltura “corrente”, oggi, non si ricava di che sfamare la famiglia. Punto. Chi riesce a produrre reddito familiare dall’agricoltura in Italia? l’ Alto Adige grazie allo statuto speciale, il Chianti, grazie ad una fama mondiale ed al micro-turismo diffuso, la “padania” che ormai di agricolo puro ha pochissimo …. in pratica se non si trova un sistema di supporto all’agricoltura la tentazione di impiegare il suolo per altre cose è TROPPO forte !!
Scritto il 3-6-2013 alle ore 14:14
Ciao Piermichele! …benvenuto sul blog!
certamente le ragioni della cementificazione sono complesse, e tra le prime c’è da considerare il fatto che diviene più facile cementificare laddove non vi sono alternative economiche migliori e il vuoto dei campi abbandonati risulti più facile da colmare, letteralmente! è necessaria una vera politica di sostegno, lungimirante ed efficiente. In questo “post” glki argoimenti illustrati si mescolano un po’ e sono solo uno spunto per discutere a 360° gradi. Mi farebbe piacere se tu approfondissi ulteriormente la tua opinione, proveremo ad esplorare insieme anche agli altri frequentatori del blog le varie possibilità che possono essere prospettate, a presto
Scritto il 3-6-2013 alle ore 17:40
…e avevo dimenticato di salutare e ringraziare per il suo commento anche di Giuseppe Romeo, del quale attendiamo ulteriori informazioni sulle sue abitudini “eco-sostenibili”
PS: di cosa ti occupi? che professione ti porta a girare tra uffici?