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Cronache di Ecotopia

Il Blog di Claudio Bovino

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Postilla » Ambiente » Il Blog di Claudio Bovino » Normativa ambientale » Mare nostro radioattivo: scoperta a Cetraro una “nave dei veleni”

18 settembre 2009

Mare nostro radioattivo: scoperta a Cetraro una “nave dei veleni”

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Un robot sottomarino invia le sue immagini da quasi 500 metri di profondità, lì c’è una nave inabissata, forse carica di fusti pieni di rifiuti tossici e radioattivi (nucleari?). Sulla prua si apre uno squarcio, probabilmente provocato da un’esplosione.

Non si tratta dell’ultimo film di James Bond ma di un altro dei capitoli dei “misteri d’Italia” che finalmente si dischiude, forse…

Siamo a circa 14 miglia dalla costa calabrese di Cetraro e se venissero confermate tutte le dichiarazioni rese da Francesco Fonti, il pentito di ‘ndrangheta, si tratterebbe della “Cunsky”, il mercantile che lo stesso Fonti ha dichiarato di aver fatto affondare con l’esplosivo nel 1992 con un carico di 120 fusti di scorie radioattive norvegesi.
A confermarlo sarebbe anche lo squarcio visibile a prua, il luogo dove il pentito stesso avrebbe collocato l’esplosivo, che sarebbe stato portato dai picciotti di San Luca e fatto arrivare dall’Olanda.

Lo scenario che si sta disegnando è inquietante: innumerevoli sarebbero le navi cariche di veleni che sono state affondate dalla malavita organizzata (anche a La Spezia, Livorno), i mandanti ancora misteriosi. Coinvolti – si dice – i mondi della politica e dei servizi segreti.

«A contattare me erano i servizi segreti italiani» afferma Fonti in una intervista al Sole24Ore, dichiarandosi disponibile anche a riconoscerli «se qualcuno (gli) mostrasse le foto» e a fare «nomi e cognomi dei politici che avevano contatti con gli uomini dei servizi segreti che poi si rivolgevano a me a alle altre cosche». E sempre secondo quanto sostiene Fonti «la maggior parte di loro fa ancora politica».

Fonti – che è in cerca di un editore per pubblicare un libro – è un ex trafficante di droga condannato a 50 anni di carcere, poi diventato collaboratore di giustizia.

Secondo un’intervista apparsa  sull’Espresso tra questi ci sarebbero anche l‘ex ministro Riccardo Misasi e Ciriaco De Mita (http://espresso.repubblica.it/dettaglio/complotto-sotto-il-mare/2109748/8/0)

Le indagini odierne sono guidate dal Procuratore di Paola (CS), dr. Bruno Giordano, e mirano ad approfondire  quella che pare essere stataa una pratica molto diffusa tra gli anni Ottanta e Novanta. A riguardo molte le denunce e i dossier presentati negli ultimi 20 anni dalle asociazioni ambientaliste, altrettante le inchieste chiuse forse un po’ troppo frettolosamente. Penso alla Rigel, naufragata il 21 settembre del 1987 a 20 miglia da Capo Spartivento in Calabria, alla motonave Rosso (ex Jolly Rosso), spiaggiata  lungo la costa tirrenica in provincia di Cosenza nel dicembre del 1990, e penso ad Ilaria Alpi.

Personalmente, ne avevo sentito parlare da Mario Scaramella –  sì, proprio il consulente della “Commissione Mitrokhin” guidata dall’On. Guzzanti – durante un corso sull’ambiente da lui tenuto e al quale partecipai qualche anno fa (prima o poi ve ne parlerò, forse…), in cui denunciava il silenzio della autorità innanzi alle numerose denunce.

L’indagine potrebbe dimostrare – se ancora ce ne fosse bisogno – che ambiente e gestione illecita dei rifiuti sono un ottimo settore per fare “business”.

Per contrastare efficacemente la malavita in quest’ambito sono necessari più uomini e più mezzi, ma servono anche più controlli, più indagini, la riapertura di molte di quelle chiuse e, soprattuto, l’introduzione nell’ordinamento di nuove figure di “ecoreati”.

Letture: 18116 | Commenti: 19 |
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19 Commenti a “Mare nostro radioattivo: scoperta a Cetraro una “nave dei veleni””

  1. Fausto Pasini scrive:
    Scritto il 20-9-2009 alle ore 17:20

    Parlo da semplice cittadino che è stato a Cetraro in vacanza per sei anni di seguito negli anni ’80: una spiaggia spaziosa e mai affollata, un mare pescoso e cristallino, un clima meraviglioso. Questa è Cetraro. Ci sono ritornato quest’anno per un giorno, ed è stata una bellissima emozione ritrovare un luogo che mi ha lasciato dei bellissimi ricordi e che oramai fa parte di me.
    Adesso vengo a sapere che al largo di Cetraro c’è una nave piena di fusti radioattivi: chi ce l’ha messa lì? La ndrangheta, favorita dai servizi segreti e per giunta da alcuni politici. Provate a rivivere la situazione come se qualcuno vi togliesse qualcosa che è vostro. Cosa sentite? Rabbia? Impotenza? Tristezza? Una sensazione di violenza su voi stessi? Forse ci siamo arrivati: è una violenza. E la violenza se non erro è un reato. Non si tratta di violenza sessuale, né di violenza psicologica, ma è pur sempre una violenza. Una violenza fatta a tante persone che come me andavano a Cetraro in vacanza, una violenza fatta agli abitanti di Cetraro, una violenza fatta alle strutture turistiche di Cetraro.
    Sono poi sconcertato dal fatto che sono stati addirittura alcuni politici e i servizi segreti a favorire la ndrangheta in questa chiamiamola operazione. Se questo è lo Stato italiano, credo che siamo ben lungi dall’incrementare uomini, mezzi, controlli, indagini e ad introdurre nuovi “ecoreati”, e più passerà il tempo più dovremo aspettarcene di peggio.
    Ma vuoi vedere che dobbiamo anche ringraziare questi personaggi? Certo, perché a quanto pare questa cosa era stata denunciata da tempo, e questi hanno più volte messo tutto a tacere. Forse lo hanno fatto per non ridurre il turismo calabrese al collasso. Che ne dite voi?

    Quindi, in sostanza, cosa fare? Io non vedo altra possibile soluzione se non il rinnovo di tutta o quasi la classe politica. E’ una cosa alquanto utopica, lo so, non è qualcosa che si fa in poco tempo e sempre ci sarà il marcio, ma io la vedo così. Se qualcuno vede altre vie di uscita, sarà molto interessante ascoltare.
    Un saluto a tutti e soprattutto a Claudio che spesso ci dà lo spunto per esprimere le nostre opinioni con degli argomenti molto interessanti. Grazie.

  2. Claudio Bovino scrive:
    Scritto il 6-10-2009 alle ore 10:53

    La riapertura delle indagini si deve agli sforzi encomiabili sia del Procuratore Bruno Giordano di Paola (CS) sia all’assessore all’Ambiente della Regione Calabria Silvio Greco, studioso di livello internazionale ma per fortuna ora sembra che anche i media stiano iniziando a seguire con più attenzione l’argomento.

    Volevo, in particolare, segnalare l’impegno del Quotidiano di Calabria che ha promosso una petizione per rimuovere i veleni dal mare e dalla terra.
    Sul sito web del giornale o via posta si può ottenere il documento da inviare al Presidente del Consiglio “Liberi dalle scorie, firma anche tu”: http://ilquotidianodellacalabria.ilsole24ore.com/it/calabria/cosenza_scorie_navi_veleni_petizioni_5369.html

    Inoltre, anche Roberto Saviano ne ha fatto un espresso riferimento durante la manifestazione per la libertà di stampa tenutasi a Roma il 3 ottobre.

    Io continuerò a tenere aperta questa piccola finestra per informarvi.

  3. Giancarlo scrive:
    Scritto il 15-10-2009 alle ore 10:20

    Mi sembra che ci siano ancora molti che esprimono dubbi e “remino contro”, minando la credibilità delle indagini, speriamo bene:

    NAVE VELENI: GRECO, PRIORITA’ NATURA CARICO E BONIFICA SITO

    (ANSA) – CATANZARO – “La Regione Calabria e l’Assessorato all’Ambiente vogliono solo sapere cosa ci sia nei bidoni a largo di Cetraro, in una nave che non dovrebbe essere affondata in quel posto”. Così l’assessore regionale all’Ambiente, Silvio Greco, commenta le notizie di stampa che avanzano dubbi sul fatto che la nave affondata sia realmente la Cunsky. “La nostra priorità – conclude Greco – e’ conoscere la natura del carico e avviare la bonifica, indipendentemente dal nome o dalla nazionalità della nave stessa”.
    14/10/2009 15:22
    http://www.ansa.it/ambiente/notizie/fdg/200910141522358416/200910141522358416.html

  4. Paolo Colombo - esperto sicurezza informatica scrive:
    Scritto il 20-10-2009 alle ore 10:38

    …tutte queste notizie mi sembravano, fino a qualche tempo fa, frutto di giornalisti un po’ fantasiosi.

    E poi, mi chiedevo, da dove arriverebbero le scorie radioattive di cui sospetta la presenza nelle navi affondate?

    …beh, forse per questo, la scelta non manca: di seguito ho copiato/incollato un inquietante articolo dell’ANSA che riproduce scenari analoghi a quello in questione nel post (http://www.ansa.it/web/notizie/collection/rubriche/cronaca/2009/10/18/visualizza_new.html_988571370.html).

    Traffici da Italia verso Mo? 007 spiavano sito
    Gli 007 spiavano il centro Enea di Trisaia di Rotondella nel Materano
    19 ottobre, 11:50
    Il centro della Trisaia, ora polo di ricerca per l’ambiente (di Enzo Quaratino)

    ROMA – In primo piano le attività nucleari svolte in un sito italiano e il sospetto di traffici illeciti di armi e materiale strategico e di rifiuti radioattivi; sullo sfondo, lo spionaggio svolto da agenti segreti di mezzo mondo intorno a quel luogo; nel mezzo, gli interessi della ‘ndrangheta per il business legato a quel traffico illecito. Sembra la trama di un film di spionaggio ed, invece, e’ il contenuto di un’inchiesta svolta dal pm della Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza Francesco Basentini che ha riguardato il Centro Enea Trisaia di Rotondella (Matera), dove, a partire dagli anni settanta, è avvenuto il riprocessamento di combustibile nucleare. In quel centro del materano, riconverito ad attività di ricerca per l’ambiente e l’agro-alimentare, sono tuttora presenti, con elevato livello di protezione, 64 elementi di combustibile irraggiato, mai trattati, provenienti dal reattore nucleare americano di Elk River.

    L’inchiesta giudiziaria ha determinato una richiesta di archiviazione (tuttora all’esame del gip) per diverse persone, compresi alcuni dirigenti del Centro, succedutisi negli anni, ed esponenti della ‘ndrangheta: gli accertamenti – si rileva dalle motivazioni del provvedimento – non hanno consentito di raccogliere prove, ma neppure di fugare i sospetti, sia per quanto riguarda l’ipotesi di traffico di armi e materiali strategici (in particolare plutonio, elemento base della bomba atomica, che l’Enea sostiene di non aver trattato nel Centro), sia per quanto riguarda il traffico di rifiuti radioattivi attraverso le cosiddette “navi dei veleni”.

    A quasi 30 anni di distanza – ha osservato il pm Basentini – “é oggettivamente quasi impossibile ricostruire fedelmente cosa i vari organi, i tecnici e i soggetti titolari della politica nucleare abbiano fatto all’interno del Centro Trisaia nel corso degli anni” L’indagine ha fatto riemergere particolari già conosciuti su vicende note (tra le quali l’omicidio della giornalista Ilaria Alpi); ma, soprattutto, l’interesse dei servizi segreti di diversi Paesi per le attività nucleare che avvenivano nel Centro della Trisaia. A parlare al magistrato dell’intrigo internazionale è stato Guido Garelli, il quale ha detto di essere stato ‘ammiraglio’ di un non meglio precisato esercito dell’Autorità Territoriale del Sahara Occidentale e ‘dignitario’ di un servizio d’intelligence che avrebbe operato nell’interesse del Regno Unito, con base a Gibilterra.

    In possesso di tripla cittadinanza – iugoslava, italiana e del Sahara Occidentale – egli, proprio per conto dell’intelligence del Regno Unito, avrebbe spiato le attività del centro Enea di Rotondella, nel periodo durante il quale si svolgevano attività di ricerca e scambio informativo in ambito nucleare da parte dell’Italia e di Paesi mediorientale, con stages di tecnici iracheni e pakistani che frequentavano il centro. Gli anglosassoni – a dire di Garelli – ipotizzavano l’esportazione di armi, tecnologie e materiali radioattivi dall’Italia verso il Medio Oriente, che avrebbe consentito a Paesi di quell’area – Iraq e Pakistan in particolare – di dotarsi di armi nucleari. Garelli, peraltro, non sarebbe stato il solo a condurre attività informativa sul sito nucleare, in quanto – è emerso dalle indagini – anche la Cia, il Mossad e il Sismi (strutture di spionaggio rispettivamente di Stati Uniti, Israele e Italia) hanno svolto analoghe attività di intelligence per monitorare l’eventuale trasferimento di materiale strategico nei Paesi mediorientali. Ma il Centro della Trisaia non avrebbe interessato solo gli 007. Ha raccontato il pentito della ‘ndrangheta Francesco Fonti (che di recente, con le sue dichiarazioni, ha fatto ritrovare nel mar Tirreno il relitto di una nave probabilmente carica di rifiuti) che il clan Musitano, che operava nella Locride, si sarebbe servito dello stesso Fonti per mantenere i contatti con il Centro di Rotondella, nel quale sarebbero stati stoccati moltissimi fusti contenenti scarti di lavorazioni di materiale radioattivo.

    La gran parte di quei fusti, con l’intervento dello stesso Fonti – ha raccontato quest’ultimo – sarebbero stati poi caricati a bordo di navi, con destinazione Somalia. Un’altra parte di quei bidoni sarebbe stata interrata in alcuni siti a ridosso della statale 407 “Basentana”, nel materano. I riscontri operati dai Carabinieri del nucleo tutela ambiente alle dichiarazioni di Fonti e di Garelli hanno dati risultati di segno opposto: nei siti materani indicati dal pentito della ‘ndrangheta non e’ stata trovata traccia dei fusti interrati; le dichiarazioni di Garelli hanno, invece, trovato diversi riscontri, uno addirittura insperato. Egli ha raccontato che una sera, sul finire degli anni ottanta, in occasione di una delle missioni in Basilicata per conto dei servizi segreti inglesi, era rimasto in panne alla periferia di Potenza mentre era a bordo di una Fiat Croma targata ETS 015 EM (ETS indicava Excercite Territoriel du Sahara). La vettura – ha riferito – era stata depositata in un impianto di un soccorso stradale ubicato nella periferia del capoluogo lucano per essere avviata alla demolizione. Quasi 20 anni dopo, i carabinieri hanno individuato quell’impianto e, quasi increduli, hanno avuto in consegna dal titolare una targa straniera: ETS 015 EM.

  5. Gianluca Biancaniello - dr. commercialista / revisore contabile scrive:
    Scritto il 26-10-2009 alle ore 11:23

    …e intanto stanno procedendo – a rilento – le operazioni coordinate dal Ministero dell’Ambiente: è giunta nel mare di Cetraro la nave “Oceano”!

    Riporto questa notizia del 23 ottobre pubblicata sul sito dell’ANSA:
    http://www.ansa.it/ambiente/notizie/fdg/200910231430359090/200910231430359090.html

    NAVE VELENI: LA MARE OCEANO RIPRENDE IL LARGO,OGGI INIZIO ATTIVITA’

    (ANSA) – CETRARO (COSENZA) – E’ tornata sul luogo delle operazioni la nave Mare Oceano inviata dal ministero dell’Ambiente per compiere una serie di rilievi sul relitto individuato ad undici miglia dalla costa di Cetraro, ad una profondita’ di 500 metri, che si sospetta trasportasse scorie radioattive. Le operazioni vere e proprie, pero’, al momento non sono ancora cominciate, vista la persistenza di mare mosso. Ieri la nave era tornata sotto costa a causa del maltempo, ma gia’ in serata ha ripreso il largo e durante la notte ha ultimato le operazioni di calibratura delle apparecchiature e le prove strumentali. La Mare Oceano, sulla quale sono imbarcate una ventina di persone tra tecnici e marinai, e’ in grado di operare 24 ore al giorno. Per stamani era previsto l’avvio dell’attivita’ operativa, ma il mare mosso ha indotto i tecnici a posticipare l’inizio che potrebbe avvenire gia’ in giornata se le condizioni meteo lo consentiranno. La Mare Oceano e’ in grado di stazionare in un punto preciso, con uno scarto minimo, senza dover gettare l’ancora. (ANSA). SGH
    23/10/2009 14:30

  6. Claudio Bovino scrive:
    Scritto il 27-10-2009 alle ore 17:21

    Dopo i primi rilievi del ROV, il robot sottomarino della “Mare Oceano”, la nave inviata dal MATTM per gli accertamenti sui fondali del Tirreno, il relitto a largo di Cetraro non sembra corrispondere alle caratteristiche della nave Cunski, ma ciò non esclude assolutamente che si possa comunque trattare di una “nave dei veleni”
    le indagini e i rilevamenti proseguono.

    Riporto qui il link della dichiarazione rilasciata in merito dal Ministro Prestigiacomo:
    http://www.minambiente.it/opencms/opencms/home_it/showitem.html?item=/documenti/notizie/notizia_0082.xml&lang=it

  7. Giancarlo scrive:
    Scritto il 28-10-2009 alle ore 15:33

    …
    e intanto dalla Regione Calabria arrivano le prime repliche:

    http://www.regione.calabria.it/index.php?option=com_content&task=view&id=3362&Itemid=136
    La Calabria vuole conoscere cosa c’è nella nave dei veleni
    Pubblicato il martedì 27 ottobre 2009

    “La Regione non è appassionata a sapere se sia o non sia la Cunski la nave affondata al largo di Cetraro. La Calabria intera, come ha dimostrato la possente manifestazione di Amantea, vuole conoscere la natura del carico all’interno della nave, vuole sapere, insomma cosa ci sia in quei fusti già visualizzati dalle ricerche effettuate a settembre dalla stessa Regione”.
    E’ la nota della Regione a proposito dei risultati delle prime analisi ambientali effettuato dalla “Mare Oceano” e comunicate dal ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo.
    “Che non ci sia radioattività fino a tre cento metri e che non si tratti della Cunski, come per altro organi di stampa avevano documentato, non cambia nulla. Solo escludendo definitivamente che la nave nasconda al suo interno un carico di scorie radioattive la gente si potrà tranquillizzare e l’economia legata al mare potrà ripartire. I risultati intermedi lasciano il tempo che trovano e non fugano, purtroppo, le preoccupazioni”.

  8. Claudio Bovino scrive:
    Scritto il 16-11-2009 alle ore 11:19

    Doveroso aggiornamenti sulla questione dei relitti sospetti affondati nel Mediterraneo:

    – a seguito dei rilievi operati dalla nave “Mare Oceano”, l’indagine a largo di Cetraro è stata chiusa dato che il relitto affondato è il “Catania” inabissatosi nel 1917 e, per fortuna, non contiene sostanze nocive o radioattive: qui c’è un resoconto dettagliato degli accertamenti (http://www.minambiente.it/opencms/opencms/home_it/showitem.html?lang=it&item=/documenti/notizie/notizia_0091.xml);

    – ulteriormente, il ministro Prestigiacomo ha dichiarato che «è tuttora in corso l’attività di ispezione» nel mare tra Maratea e Palinuro su mandato della procura di Lagonegro per il presunto affondamento di due relitti a largo delle coste tra la Basilicata e la Campania mentre in Calabria, ed è anche in corso di esecuzione il piano di caratterizzazione per l’indagine a terra nei comuni di Aiello Calabro e Serra Aiello (http://www.minambiente.it/opencms/opencms/home_it/showitem.html?lang=it&item=/documenti/notizie/notizia_0099.xml).

    Mi sembra che la titolare del dicastero ambientale abbia davvero preso sul serio la questione e che si debba plaudire alle iniziative in corso.

  9. Guido scrive:
    Scritto il 19-11-2009 alle ore 14:12

    Secondo un articolo apparso su Repubblica il 3 novembre, le navi affondate al largo di Cetraro sarebbero tre e non una. Questo si evincerebbe da un documento ufficiale della Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti.

    http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/cronaca/nave-veleni/le-navi-sono-quattro/le-navi-sono-quattro.html

  10. Paolo Colombo - esperto sicurezza informatica scrive:
    Scritto il 3-12-2009 alle ore 17:15

    …e allora come è andata a finire?
    e a Maratea e negli altri siti come procedono le indagini?

  11. Claudio Bovino scrive:
    Scritto il 19-1-2010 alle ore 20:33

    Proviamo a riprendere il bandolo della matassa, con l’ausilio di alcune news dell’ANSA, ordinate cronologicamente.

    1) ufficialmente, caso chiuso [almeno allo stato attuale] sulla nave di Cetraro.
    …una per tutte, la seguente notizia del 29 ottobre 2009:

    http://www.ansa.it/web/notizie/collection/rubriche/associata/2009/10/29/visualizza_new.html_992266350.html

    Nave dei veleni: “Non c’è radioattività, il caso di Cetraro è chiuso”
    “Il relitto sul fondale è una nave passeggeri”

    ROMA – La nave sul fondale di Cetraro, in provincia di Cosenza, non è la “nave dei veleni” che si cercava in seguito alle dichiarazioni del pentito Francesco Fonti ma una nave passeggeri, la Catania, affondata durante le prima guerra mondiale, nel 1917. E’ quanto annunciato dal ministro dell’ambiente Stefania Prestigiacomo in conferenza stampa con il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, dopo le analisi compiute dalla Mare Oceano, la nave inviata dal ministero.
    Fino a 300 metri di profondità e per un raggio di 7 chilometri sono da “escludere tracce di radioattività”, ha detto Grasso nella sede della Direzione nazionale antimafia. Secondo il procuratore si possono dare “le prime rassicurazioni. Ma certo – ha aggiunto – non possono bastare per rassicurare i calabresi, gli italiani e i turisti”. Per questo “darà impulso ad ulteriori indagini e anche a quelle già esistenti ma è necessario recuperare la fiducia dei cittadini”.
    Il caso di Cetraro è quindi “chiuso ma quello dell’inquinamento, in generale, della Calabria è sempre aperto”, ha annunciato Grasso. “Serve un programma per accertare se vi è necessità di bonifiche”. Il ministro Prestigiacomo ha confermato che adesso partiranno le analisi a terra. Il sindaco di Cetraro ha accolto con soddisfazione la notizia. “Adesso – ha chiesto – bisogna rimuovere il relitto”.
    […]

    2) … a seguito di quanto sopra, “duro colpo” all’attendibilità del pentito Fonti, come riassunto nella notizia dell’ANSA sotto riportata, sempre del 29 ottobre 2009:

    http://www.ansa.it/web/notizie/collection/regioni/calabria/2009/10/29/visualizza_new.html_992268151.html

    Nave veleni: Francesco Fonti non attendibile
    Lo dicono i magistrati delle Procura della Calabria

    (ANSA)- ROMA, 29 OTT – Francesco Fonti, il pentito che ha avvio alle indagini sul traffico di rifiuti tossici ‘non e’ attendibile’. Lo dice la Procura calabra.
    L’inchiesta e’ culminata con il caso della ‘nave dei veleni’ ritrovata al largo di Cetraro (Cosenza). Oggi e’ poi stato accertato che il relitto non e’ la Cunsky, come indicato da lui, ma un piroscafo affondato nel ’17. Inoltre, per i magistrati calabri tutte e 3 le navi che avrebbe contribuito ad affondare ‘hanno continuato a navigare anche dopo il ’92’.

    3) …ma l’avvocato di Fonti non desiste, secondo questa notizia del 3 novembre 2009:

    http://www.ansa.it/web/notizie/collection/regioni/calabria/2009/11/03/visualizza_new.html_993336779.html

    Navi veleni: a Cetraro sono tre
    Lo afferma avvocato di Francesco fonti
    (ANSA) – ROMA, 3 NOV -L’avvocato di Francesco Fonti, Claudia Conidi, sollevera’ la questione della presenza di almeno tre navi affondate davanti a Cetraro (Cosenza).Il legale intende parlare quanto prima davanti alla magistratura anche della presenza ‘certa’ di residui tossici pericolosi in mare oltre a bidoni. L’avvocato parla della seduta segreta del 24 gennaio 2006, quando il pm Franco Greco, che aveva aperto l’inchiesta sulla nave di Cetraro, rivelo’ davanti alla commissione per le ecomafie la presenza di tre navi.

    Il Ministro Prestigiacomo – tra l’altro – con riferimento alla vicenda della falsa nave dei veleni di Cetraro, afferma pure che “la nave Mare Oceano, messa a disposizione dal ministero, costa 40.000 euro al giorno” e che probabilmente “qualcuno pensava di attaccare il governo” con la storia del finto ritrovamento della nave Cunsky.
    La notizia è del 3 novembre ed è consultabile qui:

    http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2009/11/03/visualizza_new.html_993338698.html

    .. qualche giorno dopo (il 5 novembre 2009), viene ascoltato in audizione dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sugli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti

    http://www.ansa.it/web/notizie/collection/regioni/calabria/2009/11/05/visualizza_new.html_994176850.html

    4) …in Calabria è nato un forte movimento di cittadini ed associazioni, che sulla base di una importante manifestazione ad Amantea ed una raccolta firme promossa da un quotidiano calabrese, chiede al Governo di fare chiarezza sulla presenza di rifiuti radioattivi e di altre sostanze nocive sul territorio regionale. Il Governo, però, risponde che il caso è chiuso (notizia ANSA del 15 novembre 2009)

    http://www.ansa.it/web/notizie/collection/rubriche/cronaca/2009/11/15/visualizza_new.html_1617586102.html

    Navi dei veleni: governo dice no alla petizione per la verità
    La raccolta di firme lanciata dal “Quotidiano della Calabria” sottoscritta da quasi 28 mila persone

    COSENZA – Il Governo ha respinto la petizione “Liberi dalle scorie” lanciata dal “Quotidiano della Calabria” per chiedere chiarezza sulla presenza di rifiuti radioattivi e di altre sostanze nocive sul territorio regionale, sottoscritta da quasi 28 mila persone. A darne notizia, in prima pagina è lo stesso giornale con un lungo articolo del suo direttore, Matteo Cosenza.
    “A Palazzo Chigi – scrive Cosenza – non vogliono neanche acquisire tale documento indipendentemente dalla volontà, tutta da verificare, di dare corso alle richieste in esso contenute”.
    Nell’articolo si precisa che a comunicare la decisione dell’esecutivo è stata la segretaria del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio “sostenendo – prosegue l’articolo – che il Governo ritiene chiuso il caso dopo il ritrovamento del ‘Catania’ al largo di Cetraro. Inutile ricordare che quello del Cunsky (Catania?) era solo uno dei punti della petizione: il no è stato netto e imbarazzato”. Nella petizione si chiedeva tra l’altro la verifica del contenuto della stiva del relitto di Cetraro, della presenza di altre navi perdere nel Mediterraneo, di radionuclidi artificiali nel territorio di Serra d’Aiello e Aiello Calabro.

    5).. il 16 novembre viene diffuso il comunicato che rivela che sui fondali di Maratea non vi sono rifiuti tossici:

    http://www.ansa.it/web/notizie/collection/rubriche/cronaca/2009/11/16/visualizza_new.html_1617698668.html

    Navi veleni: ministero, niente rifiuti tossici sui fondali di Maratea
    Nell’area i rilievi di radioattività hanno dato esito negativo

    ROMA – Esito negativo delle ricerche a largo di Maratea. Rinvenuto il relitto di un’imbarcazione da diporto e un ‘giacimento’ di antiche anfore, afferma il ministero dell’Ambiente.
    L’indagine dei fondali effettuata dalla ‘Mare Oceano’ ha consentito di identificare, a 550 metri di profondità, uno scafo affondato di circa 20 metri, probabilmente una imbarcazione da diporto affondata per un incendio a bordo.
    L’imbarcazione non reca segni di identificazione né il naufragio risulta segnalato nei registri dei sinistri marittimi delle Capitanerie di Porto territorialmente competenti.
    Inoltre su un’area di 80 metri per 20, a 600 metri di profondità, è stato identificato un ‘giacimento’ di antiche anfore, probabilmente di epoca romana. Nell’area ispezionata sono stati effettuati rilievi di radioattività che hanno dato esito negativo.

    6) …lo scorso 21 novembre viene diffusa la notizia dell’individuazione di “quattro bersagli” nel mare toscano:

    http://www.ansa.it/web/notizie/collection/regioni/toscana/2009/11/21/visualizza_new.html_1619488113.html

    Navi veleni: rilevati quattro ‘bersagli’
    Dal sonar nel mare della Toscana

    (ANSA) – LIVORNO, 21 NOV – Sono quattro i bersagli individuati dalle strumentazioni di bordo della nave Alliance della Nato nelle acque livornesi.La nave, insieme alla motovedetta Scialoja,e’ impegnata nella ricerca di presunte navi dei veleni e di container scaricati illegalmente dopo le denunce di un pentito di ‘ndrangheta e di un’associazione ambientalista. La notizia,anticipata da Il Tirreno, e’ stata confermata dal comandante Cosma Scaramella, responsabile delle operazioni della Guardia Costiera.

    7) col nuovo anno “spunta” un nuovo testimone misterioso, nome in codice “sigma” come riporato nella seguente notizia del 19 gennaio da
    Francesca Sassoli di CNRmedia:

    http://www.cnrmedia.com/notizia/newsid/7652/nave-dei-veleni-avvocato-conidi-gia-fatte-dichiarazioni-importanti-ma-non-si-sono-aperti-procedimenti.aspx

    NAVE DEI VELENI, AVVOCATO CONIDI: “GIA’ FATTE DICHIARAZIONI IMPORTANTI, MA NON SI SONO APERTI PROCEDIMENTI”

    Così a CNRmedia il legale di Sigma, pseudonimo dietro al quale si cela il terzo testimone della vicenda, dopo i pentiti Francesco Fonti ed Emiliano Di Giovine
    “Sigma ha iniziato a collaborare nel ’94, quando ha reso queste dichiarazioni, quando ha reso alcune dichiarazioni alla distrettuale di Reggio Calabria, nella persona del dottor Boemi, e presso la Procura di Potenza, nell’occasione in cui gli inquirenti indagavano proprio intorno all’interramento dei fusti radioattive, con anche sopralluoghi sul posto, però che io sappia non ci sonstati risvolti processuali in ordine a queste dichiarazioni, ma non essendone in possesso, non so se sia stato perché erano carenti o troppo generiche” così a CNRmedia Claudia Conidi, avvocato di Sigma, terzo testimone nella vicenda delle navi dei veleni, dopo i pentiti Francesco Fonti ed Emiliano Di Giovine.
    “Io intendo segnalare Sigma alla Commissione sulle Ecomafie perché è una voce che si aggiunge alle altre due, una, quella di Fonti, già esaminata, quella di Di Giovine deve essere ancoraa sentita, ma bisogna aspettare che si riprenda da un incidente stradale, abbastanza sospetto perché troppo tempestivo: il giorno in cui ho fatto la richiesta di audizione presso la Commissione delle Ecomafie, Di Giovine è stato travolto da un’auto in corsa mentre si trovava nella località protetta deve risiede ed è vivo per miracolo.
    L’audizione è quindi stata spostata a febbraio”. Chi si nasconde dietro al nome Sigma? “E’ un uomo che non ha il cambio delle generalità, è uscito dal programma di protezione e ha dovuto restituire il documento di copertura, vive quindi nella località dove ha residenza con il suo vero nome, e teme di perdere tutto quello che finora ha costruito”.

    …

    Proveremo a rimanere “in ascolto” e seguire ancora la vicenda…
    a presto

  12. Giancarlo scrive:
    Scritto il 18-2-2010 alle ore 19:13

    Segnalo un altro aggiornamento sull’argomento del post dal sito del giornale Terra, nuovi misteri e nuove rivelazioni, …:

    http://www.terranews.it/news/2010/02/navi-dei-veleni-parlano-i-pentiti-e-pecorella-secreta-l%E2%80%99audizione

    Navi dei veleni, parlano i pentiti. E Pecorella secreta l’audizione
    Gio, 18/02/2010 – 10:30
    di Vincenzo Mulè

    MISTERI. La Commissione parlamentare ascolta le deposizioni dei due collaboratori di giustizia Del Giovine e Serpa. Le rivelazioni di ieri «gettano nuove luci sulla vicenda. Ma anche tante ombre», ha spiegato l’avvocato di parte Conidi.

    Potrebbe essere stata una giornata decisiva quella di ieri, dove la Commissione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, in trasferta a Bologna, ha effettuato una serie di audizioni sulla vicenda delle cosiddette navi dei veleni. Davanti al presidente Gaetano Pecorella, Alessandro Bratti (Pd), Giovanni Fava (Lega), Candido De Angelis (Pdl) e Vincenzo De Luca (Pd) si sono succeduti personaggi che nel passato hanno visto il loro destino incrociarsi con le vicende del traffico illecito dei rifiuti.
    Molto attese erano le deposizioni dei due collaboratori di giustizia Emiliano Del Giovine e di Stefano Carmelo Serpa, il cosiddetto pentito Sigma. La testimonianza del primo è scivolata via in meno di un’ora, durante la quale l’uomo ha voluto ribadire la preoccupazione per la propria incolumità personale messa a dura prova da un investimento «le cui modalità non mi convincono. Sono stato investito proprio alla fine dell’attraversamento della strada. Era molto difficile non evitarmi». L’ex boss della ‘ndrangheta è stato investito da un’auto pirata il giorno stesso in cui aveva comunicato via fax la volontà di essere sentito sulla vicenda dalla commissione rifiuti.
    Ieri, l’ex boss del clan Di Giovine-Serraino non ha fatto altro che confermare quanto già svelato all’autorità giudiziaria in passato, raccontando di traffici di sostanze nocive e nucleari effettuati dal noto trafficante di armi olandese Theodor Cranendonk, uomo che era in affari con il suo clan. Ma una scossa alle audizioni è stata quella data da Serpa. Dichiarazioni precise, circostanziate, di una forza tale da costringere il presidente Pecorella a secretare l’audizione. Se il racconto di Francesco Fonti, il primo pentito della ‘ndrangheta che ha parlato delle navi dei veleni, rivelava dettagli circa le modalità dell’affondamento delle navi, quello che ieri ha svelato Sigma si colloca a un livello più alto, che rimanda ai cosiddetti registi occulti.
    Uno scenario che vedrebbe un sistema, tuttora operante, che dagli Anni Novanta ad oggi avrebbe gestito il traffico di rifiuti tossici e nocivi. Il racconto avrebbe coinvolto anche «sfere insospettabili», lasciando più di un presente col fiato sospeso. Tanto da convincere la Commissione a interrompere l’audizione per una prima verifica del racconto. «Dopo oggi – racconta l’avvocato Claudia Conidi – la vicenda delle navi dei veleni è molto più concreta e vicina a noi di quanto potesse essere fino a ieri. Ai racconti su di un sistema si sono aggiunte rivelazioni molto concrete e dirette che gettano nuove luci sulla vicenda. Ma anche tante ombre».
    Nei giorni scorsi, intanto, è stato istituito l’Osservatorio “Per un Mediterraneo libero dai veleni”, un organismo attraverso il quale associazioni della società civile chiedono a governo, magistratura e Parlamento «un impegno concorde per mettere con le spalle al muro la rete dei trafficanti delle navi dei veleni che opera sostanzialmente impunita da più di un ventennio e per disinnescare la bomba a orologeria, ai danni dell’ambiente e della salute dei cittadini, costituita dalla “navi a perdere».

  13. Paolo Colombo - esperto sicurezza informatica scrive:
    Scritto il 14-5-2010 alle ore 15:52

    non se ne parla più in televisione, ma pare che le conferme degli affondamenti stiamo arrivando.
    Vi segnalo questo video su Youtube in cui parla Gianni Lanes, un giornalista che vive sotto scorta a causa delle continue intimidazioni ricevute:
    http://www.youtube.com/watch?v=PKRKL4nEip4

    e qui c’è il suo sito in cui fa denunce molto dettagliate:
    http://www.italiaterranostra.it

  14. Claudio Bovino scrive:
    Scritto il 26-7-2010 alle ore 00:43

    ….in effetti la vicenda non sembra affatto conclusa e da molte parti viene contestata non tanto l’attendibilità del pentito Francesco Fonti quanto le modalità e gli esiti degli accertamenti realizzati dalla nave Mare Oceano.

    Particolarmente critica è Greenpeace che ha realizzato un’approfondita indagine culminata nel suo rapporto intitolato “The Toxic Ships”, in cui si chiede, innanzitutto, perché la missione di riconoscimento del relitto è stata affidata prprio alla Mare Oceano (imbarcazione che tra l’altro sarebbe di proprietà del gruppo armatoriale Attanasio, uno dei cui esponenti è stato coinvolto nel “Caso Mills-Berlusconi”), mentre “il governo italiano avrebbe respinto l’offerta da parte del Ministero della difesa britannico di mezzi e personale tecnico altamente qualificati (e a quanto pare meno onerosi in termini economici di quelli della Mare Oceano)”.
    Qui è possibile leggere una sorta di “recensione” del rapporto: http://blog.verdenero.it/2010/06/18/navi-dei-veleni-nuove-rivelazioni-di-greenpeace/#more-3533

    …mentre sul sito di Greenpeace, all’indirizzo http://www.greenpeace.org/italy/news/navi-tossiche , la questione viene inquadrata in un’ottica ancora più generale di traffici illeciti internazionali di rifiuti tossici.
    Intanto, ho aggiunto alle mie letture estive il libro “Io Francesco Fonti pentito di ‘ndrangheta e la mia nave dei veleni” – comprato qualche giorno fa nella simpatica Libreria l’Ulisse, diretta da Cinzia Mattera, in corso Garibaldi 8 a Diamante, che insieme ad una associazione culturale mira a diffondere la storia e la cultura calabrese – scritto dallo stesso Francesco Fonti [ http://www.falcoeditore.com/sito/anteprime/io-francesco-fonti-pentito-di-ndrangheta-e-la-mia-nave-dei-v.html ].
    Se fosse vera solo la metà delle cose raccontate, si tratterebbe di rivelazioni davvero incredibili!

  15. stefano di marino scrive:
    Scritto il 22-2-2012 alle ore 18:35

    Un piccolo contributo a questa discussione ‘seria’, io che sono un narratore di fiction che a volte sfiora la cronaca. Nel nuovo romanzo della serie il Professionista(IL PROFESSIONISTA NON E’ MORTO-Segretissimo marzo 2012 firmato come al solito Stephen Gunn) si parla di navi dei veleni. Come spiegavo a Claudio in altra sede è, ovviamente, una storia di fiction ma diversi dei fatti sono documentati dalla cronaca. E la notizia in testa a questa discussione mi colpì tanto da approfondire la storia e creare una vicenda di spionaggio in cui si mescolano come al solito elementi di intrattenimento e storie vere. Trattandosi di fiction ho mascherato nomi e luoghi. Per esempio ho spostato il ritrovamento di alcune navi contenenti fusti con materiali tossici da un lato all’altro della Calabria. Se a qualcuno interessa il romanzo, spero che, oltre che a divertirsi, possa ritrovare qualche spunto di interesse. grazie di avermi invitato a un contributo, Claudio.

  16. Claudio Bovino scrive:
    Scritto il 22-2-2012 alle ore 20:24

    Ciao Stefano!
    grazie per il tuo graditissimo intervento (ne sono onorato) e per aver risposto al mio invito!

    La storia narrata nel tuo ultimo romanzo dedicato a “Il Professionista” testimonia l’interesse che c’è sulle tematiche qui accennate. So bene, peraltro, che pur trattandosi di fiction, hai appronfondito molto questo argomento appurando come, tra gli altri, nei mari della nostra Calabria si celino ancora oggi tanti inquietanti misteri. Ben venga, quindi, un romanzo come il tuo il quale, oltre a regalare momenti di puro intrattenimento – nel più classico stile di “Stephen Gunn” – potrà portare un contributo alla questione già solo continuando a parlarne, dato che da alcuni messi sembra essere tornato il silenzio sulle “navi dei veleni” (…di navi, invero, si è parlato di questi tempi, ma si trattava della Costa Concordia, che ha offerto, ahimè, a tanti operatori dei mass-media, l’occasione di speculare e di indugiare sugli aspetti più lacrimevoli o squaliidi di questa tragedia, nel consueto canovaccio dell’odierna tv italiana “del dolore”).
    Come dicevo, dunque, di “navi dei veleni” non se ne parla più, e proverò anche io a ritrovare tracce della eventuale attività svolta dalle nostre istituzioni al fine di indagare su tali affondamenti, dandone notizia su questo blog.
    Grazie di nuovo Stefano, e a presto!
    sei sempre il benvenuto!

    PS: per alcuni riferimenti su Stefano De Marino (aka Stephen Gunn) e sugli argomenti che accomunano il suo ultimo romanzo con questo post, si vedano:
    http://it.wikipedia.org/wiki/Stefano_Di_Marino
    http://hotmag.me/ilprofessionista/2012/02/20/sulla-pista-dei-veleni-delle-armi-e-dei-soldi/
    http://hotmag.me/ilprofessionista/2012/02/13/cadaveri-e-prove-sepolti-nella-sabbia/

  17. stefano di marino scrive:
    Scritto il 23-2-2012 alle ore 17:10

    Grazie a te Claudio :-)

  18. Claudio Bovino scrive:
    Scritto il 24-2-2012 alle ore 11:19

    Sull’onda del gradito intervento di Stefano di Marino, vi segnalo alcuni link di siti in cui si continua a parlare di “navi a perdere”.

    Innanzitutto riparto dal nuovo blog di Gianni Lanes (http://sulatestagiannilannes.blogspot.com/), giornalista che si occupa da anni del problema con le sue indagini giornalistiche e le sue forti denunce, rischiando in prima persona, segnalandovi in particolare due post:

    http://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2012/01/navi-dei-veleni-il-vaso-di-pandora.html
    http://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2012/01/calabria-il-bidone-fantasma-in-un-mare.html

    …poi, il bel sito di Legambiente dedicato alle “navi dei veleni”:
    http://www.navideiveleni.it/

    …ed infine vi segnalo l’uscita di una graphic novel, una storia a fumetti dal titolo “Natale De Grazia – Le navi dei Veleni” (2011) pubblicata da Round Robin editrice – daSud onlus, e realizzata da Enzo Mangini (giornalista), Pierdomenico Sirianni e Anna Ciammitti (disegnatori); qui alcuni link utili:
    http://www.mnews.it/2011/12/10/natale-de-grazia-e-la-nave-dei-veleni-il-ricordo-del-capitano-e-a-fumetti/
    http://rredblog.wordpress.com/tag/natale-de-grazia/

    a presto!…fatevi sentire!

  19. Claudio Bovino scrive:
    Scritto il 21-1-2013 alle ore 19:21

    Di traffici via mare di rifiuti tossico-radioattivi e “navi dei veleni” si è occupato il Comitato ristretto della Commissione parlamentare antimafia che il 16 gennaio 2013 ha depositato una Relazione sul lavoro svolto.
    Ne hanno parlato vari giornali tra cui L’Espresso che riporta l’intervista all’on. Angela Napoli la quale ha fortemente criticato il testo ritendo che esso dimostra che sull’argomento non si vuole davvero fare chiarezza:
    “Navi dei rifiuti, tutto silenziato” di Riccardo Bocca (21 gennaio 2013)
    http://espresso.repubblica.it/dettaglio/navi-dei-rifiuti-tutto-silenziato/2198654//0

    La notizia è stata ampiamente riportata anche dalla stampa locale:
    “Ecco il documento che ha riaperto il mistero Cunsky” di Paolo Orofino (21 gennaio 2013)
    http://www.ilquotidianodellacalabria.it/news/cronache/710389/Ecco-il-documento-che-ha-riaperto.html
    Dalla pagina de “Il quotidiano della Calabria” è anche possibile leggere direttamente il capitolo 2.5, dedicato alla motonave Cunski, dal quale emerge che la stessa non sarebbe stata demolita in India (così si era detto nel 2011):
    http://www.ilquotidianodellacalabria.it/news/710390/Il_documento_della_commissione_antimafia__dedicato_al_caso_della_motonave_Cunsky.html

    …non ho trovato il link ufficiale della Camera ma é possibile scaricare integralmente la “Relazione su possibili interessi della criminalità organizzata sul traffico marittimo” da questo sito:
    http://www.olambientalista.it/wp-content/uploads/2013/01/RELAZIONE-NAVI-DEI-VELENI.pdf

    Sulla base di tutto ciò, la procura di Catanzaro a riaperto un nuovo fascicolo…

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